Il brigante Giulio Pezzola del Borghetto e il suo Memoriale (1598-1673)
Introduzione di Raffaele Colapietra
La figura di Giulio Pezzola domina incontrastata la scena del banditismo operante nella prima metà del Seicento nell’Italia centromeridionale.
Anno di pubblicazione | 2020 |
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Pagine | 160 |
Note | bross. edit. |
Descrizione
Egli non è il ribelle dell’oleografia tradizionale e del populismo contemporaneo, è un figlio risoluto ed energico di quella vasta terra di nessuno che da sempre è stata la montagna di frontiera tra il Regno di Napoli e lo Stato ecclesiastico, un’atmosfera congenita di contrabbando, di fuoruscitismo, ma anche di contrasti sociali tra pastorizia ed agricoltura, per l’irrigazione o per il bosco, per la privatizzazione della terra contro gli usi comunitari.
Il banditismo di Pezzola è anche e soprattutto una scelta politica, che resterà coerente per tutta la sua attività: questa scelta è lo Stato, ossia la Spagna, che a metà Seicento è ancora la sola struttura in grado di garantire lo svolgimento e lo sviluppo, per quanto possibile ordinati, di quella che oggi si chiamerebbe la società civile.